>>> Artisti / Alessandro Formigoni
Alessandro Formigoni
Designer, illustratore, scultore e musicista, vive e lavora a Modena.
Collabora da anni con la galleria D406 ed è titolare dello spazio Hiro Proshu, un ibrido tra galleria, studio e luogo performativo.
Ultime mostre:
“CORRUZIONE“
L'installazione è composta da una serie di dieci sculture dalle dimensioni variabili in ceramica smaltata bianca collocate a pavimento che alludono alla definizione dell'individuo, documentando il suo processo simultaneo di costruzione e corruzione. Installazione realizzata appositamente per the Others, progetto Exhibit, Torino anno 2016. Questo il significato dell'opera nelle parole dell'artista: "Microrganismi come pensieri. Ci compongono, ci corrompono ma ci definiscono, ci “identificano”. La metafora plastica di coscienza e inconscio indaga la nostra forma e ci sonda. Esplora il sedimentare ed il corrompere delle nevrosi, che con forza insospettabile ci tengono assieme, ci danno una forma, una forma instabile ma coesa. Le figure sono rappresentate in stadi diversi, di formazione e decadenza, di crescita e depotenziamento: figure che ci guardano e si specchiano in noi, ridotti a poveri "orsetti e coniglietti" fatti di pensieri e paure innominabili, che, al tempo stesso, ci formano e ci corrompono".
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“La scacchiera dell'evoluzione”
Curatore: Andrea Losavio
A cura di: Galleria Hiro Proshu e D406-Fedeli alla linea
c/o
Hiro Proshu gallery
16 settembre – 20 ottobre 2016
“E voi? dove siete?
cosa sareste diventati dopo la vittoria
se foste esistiti davvero sareste solo fossili
invece così nel nulla siete perfetti”
Ceramiche ed illustrazioni per celebrare e ricordare i caduti dell'evoluzione naturale, secondo le coordinate Darwiniane, individui che non esistiti a causa dell'estinzione dei loro avi.
Un cimitero monumentale, un memoriale, denso della malinconia di chi non è potuto esistere. Le illustrazioni sono “scene da un'estinzione”, la narrazione del lutto.
Le statue guardano noi che ce l'abbiamo fatta, con nostalgia e commozione, gravide di quelle mutazioni che non sono state fortunate nell'evoluzione, forse a causa di un fattore climatico improvviso o di cambio di ruolo preda-predatore dell'uomo.
Qualcuna è vittima dei parassiti, che la consumano, altre sepolte dal mare da tempo immemore, altre vomitano, altre piangono.
Invece noi siamo qui, possiamo guardarle ma non esperirle, un pensiero, uno sguardo le sfiora appena, poi le menti, le vite, torneranno ad occuparsi dei propri corrosivi parassiti prima di convergere in un identico memoriale.
Una esposizione di sculture in ceramica smaltata bianca con le trasparenze rosse della corruzione della carne, senza nessuna accuratezza scientifica, solo lirismo plastico e malinconia del non accaduto, come nei sogni.